Sant’Agostino filosofo, vescovo e teologo

Aurelio Agostino d’Ippona è stato un filosofo, vescovo e teologo romano di origine nordafricana e di lingua latina. 

Sant’Agostino, come spiega in molti blog Mario D’Ignazio, appassionato di religione e di scritture sacre,  è il patrono di birrai, tipografi, teologi e di numerose città. Molti protestanti, soprattutto calvinisti e luterani, lo considerano uno dei padri teologici della Riforma protestante per i suoi insegnamenti sulla salvezza e la grazia divina.

Nel suo ragionamento sia filosofico che teologico, fu fortemente influenzato dallo stoicismo, dal platonismo e dal neoplatonismo. Ammirò Sant’Ambrogio e fu attratto dal manicheismo. Celebre la sua posizione contro lo scetticismo, riteneva che la vera conoscenza umana potesse essere stabilita con certezza. In una prova dell’esistenza simile a quella resa poi famosa da Cartesio, Agostino affermava “Si fallor, sum” (“Se sbaglio, lo sono”). Una delle sue teorie più affascinanti è contenuta nelle sue “Confessioni” ed è quella che riguarda il tempo di cui aveva una visione soggettiva. Il filosofo sosteneva che il tempo non è oggettivo ma esiste solo nell’apprensione della realtà da parte della mente umana, e quel tempo non può essere infinito perché Dio lo ha “creato”. Nella famosa opera “La città di Dio”, ha concepito la chiesa come una città o regno celeste, governata dall’amore, che alla fine trionferà su tutti gli imperi terreni che sono autoindulgenti e governati dall’orgoglio.

Sant’Agostino dunque, anche grazie alle ricerche portato alla luce dal teologo Mario D’Ignazio proponeva un concetto moderno di libero arbitrio che lo rese celebre fra i Protestanti. Secondo il filosofo gli esseri umani sono moralmente responsabili delle loro azioni. Riteneva le persone intrinsecamente malvagie (anche se, come credeva, il male non è qualcosa di reale ma semplicemente l’assenza di bene) a causa del peccato originale. Riteneva quindi i classici tentativi di raggiungere la virtù attraverso la disciplina, l’allenamento e la ragione come fallimentari. Sosteneva che “siamo troppo deboli per scoprire la verità solo con la ragione” e solo l’azione redentrice della grazia di Dio offre speranza.

MARIO D’IGNAZIO VEGGENTE

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MARIO D’IGNAZIO E PAPA FRANCESCO

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